
Pressione sui Prezzi con il Nuovo Aumento dell’OPEC+
I prezzi del petrolio sono scesi lunedì ai minimi della settimana dopo che l’OPEC+ ha confermato un significativo incremento dell’offerta per settembre. Il Brent ha perso 1,55 dollari, ovvero il 2,2%, raggiungendo i 68,12 dollari al barile alle 12:54 GMT — il livello più basso dal 23 luglio. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è calato di 1,72 dollari, circa il 2,6%, attestandosi a 65,61 dollari.
Entrambi i contratti avevano già perso circa 2 dollari nella seduta precedente, chiudendo una settimana caratterizzata da elevata volatilità.
OPEC+ Conferma l’Aumento di 547.000 Barili
Domenica, l’OPEC+ — l’alleanza tra i principali esportatori di greggio — ha annunciato un aumento della produzione di 547.000 barili al giorno a partire da settembre. Si tratta dell’ultima fase di una strategia progressiva per riportare sul mercato volumi precedentemente tagliati, puntando a recuperare quote in un contesto di domanda globale stabile.
L’incremento era atteso dagli operatori di mercato e rappresenta il ripristino anticipato dell’ultima parte dei tagli storici, che ammontavano in origine a circa 2,5 milioni di barili al giorno, pari al 2,4% della domanda globale.
Secondo Tamas Varga, analista di PVM, questa decisione esercita una pressione ribassista sui prezzi, in particolare considerando le discussioni in corso sull’eventuale ripristino di altri 1,65 milioni di barili precedentemente tagliati.
Effetti Reali e Previsioni sul Mercato
Secondo gli analisti di Goldman Sachs, l’aumento effettivo dell’offerta sarà più contenuto, intorno a 1,7 milioni di barili al giorno, poiché alcuni Paesi membri stanno riducendo la produzione per bilanciare eventuali eccessi del passato.
La reazione degli investitori riflette anche le tensioni commerciali internazionali e l’impatto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti a diversi partner economici. Queste dinamiche alimentano l’incertezza generale nei mercati, contribuendo a una maggiore prudenza nelle valutazioni a medio termine.
Geopolitica e Politiche Commerciali al Centro del Dibattito
Alcune dichiarazioni recenti da parte dell’amministrazione americana hanno evidenziato l’intenzione di rivedere i rapporti commerciali con determinati Paesi, soprattutto per quanto riguarda le importazioni di energia. Tali annunci hanno generato nuove fluttuazioni, con ripercussioni sui volumi delle raffinerie e sulle aspettative legate alla disponibilità di prodotti raffinati.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha adottato un tono deciso nel ribadire la volontà del suo Paese di mantenere una strategia di approvvigionamento energetico indipendente, nonostante le pressioni esterne. Questo ha contribuito ad annullare i guadagni iniziali derivanti dalle speculazioni su una possibile contrazione delle attività di raffinazione in Asia.
Tendenza dei Prezzi e Prospettive per la Seconda Metà del 2025
Dopo tre mesi di crescita, i prezzi del petrolio stanno ora mostrando segnali di rallentamento. Venerdì scorso, la pubblicazione di dati deboli sull’occupazione negli Stati Uniti ha alimentato i timori di un rallentamento della principale economia mondiale, già sotto stress a causa di una serie di dazi commerciali.
Secondo Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime di SEB AB, le scorte globali di petrolio sono destinate ad aumentare ulteriormente nella seconda metà del 2025. Tuttavia, gran parte di questo incremento si sta registrando in Cina, lontano dai principali hub di determinazione dei prezzi internazionali. “Ciò renderà probabilmente necessario un aggiustamento al ribasso delle quotazioni,” ha affermato Schieldrop, “anche se la distribuzione geografica delle scorte sta rendendo più difficile interpretare l’effettivo impatto sul mercato.”