Il Gran Premio di Città del Messico ha emesso i suoi verdetti, con vincitori e vinti che hanno lasciato l’Autodromo Hermanos Rodriguez con stati d’animo opposti. Su tutti, spicca Lando Norris: il pilota britannico ha conquistato la leadership del Campionato Piloti per la prima volta in oltre sei mesi, grazie a una prestazione dominante.
Nonostante fosse arrivato in Messico con 14 punti di svantaggio sul compagno di squadra Oscar Piastri, Norris ha capitalizzato lo slancio positivo delle ultime quattro gare. Ha messo a segno un weekend quasi perfetto, assicurandosi una pole position netta e una vittoria in gara che lo hanno proiettato in testa alla classifica generale, seppur con un solo punto di vantaggio.
Caos alla prima curva: un problema ricorrente?
Tuttavia, la gara messicana ha riacceso il dibattito sulla gestione della prima chicane (Curve 1-2-3). Le critiche di George Russell, che ha definito “da tosaerba” gli standard di guida di alcuni rivali, hanno evidenziato una questione concreta. L’episodio chiave è avvenuto al via: Lando Norris, Lewis Hamilton, Charles Leclerc e Max Verstappen si sono presentati affiancati in quattro (four-wide) alla staccata della Curva 1.
Verstappen, posizionato all’esterno sulla parte sporca del tracciato, ha bloccato le ruote e ha tagliato dritto la chicane. Hamilton, all’interno, ha lasciato spazio sufficiente a Leclerc, ma il pilota monegasco ha scelto comunque di tagliare la Curva 2, emergendo momentaneamente in testa. Sebbene abbia poi restituito la posizione a Norris, ha comunque guadagnato un vantaggio decisivo sul suo compagno di squadra.
Analisi del layout: l’imbuto della chicane
Osservando il layout dell’Autodromo Hermanos Rodriguez, è evidente che la sezione delle Curve 1-2-3 funge da imbuto, restringendosi progressivamente. Affrontare la Curva 1 in quattro piloti affiancati, sebbene non sia un evento straordinario, rende fisicamente impossibile uscire dalla sequenza mantenendo le stesse posizioni.
Questo non significa che gli incidenti siano inevitabili. Da quando il Messico è tornato in calendario nel 2015, si sono viste diverse partenze molto ordinate. È altrettanto chiaro, però, che i tagli di chicane sono stati fin troppo frequenti, alterando spesso le gerarchie in pista, poiché non è sempre facile distinguere chi è stato spinto fuori e chi ha guadagnato un vantaggio duraturo.
I precedenti storici e la difficoltà dei commissari
I precedenti non mancano. Già nel 2016, con vetture di Formula 1 più piccole, Hamilton bloccò le ruote e tagliò dritto la Curva 2, in modo non dissimile da quanto fatto da Verstappen domenica. Nello stesso frangente, Nico Rosberg fu spinto all’esterno da Verstappen, tagliò anch’egli la curva e rientrò davanti all’olandese. In quel caso, i commissari non presero provvedimenti.
Tracciare una linea di demarcazione è estremamente difficile. Hamilton nel 2016 era chiaramente davanti a tutti prima della frenata, ma questo gli dava diritto a mantenere il comando indipendentemente dal bloccaggio?
Il dilemma del pilota: tagliare o perdere posizioni
L’episodio di Rosberg non è isolato. L’anno scorso (2024), Carlos Sainz tentò la stessa linea esterna per superare Verstappen. La Red Bull era davanti alla corda e quindi autorizzata a non lasciare spazio all’esterno. In quel caso, cosa dovrebbe fare un pilota? Rallentare e perdere potenzialmente diverse posizioni, oppure tagliare la curva, sostenere di essere stato spinto fuori e ‘generosamente’ restituire solo la posizione al pilota che stava cercando di superare?
È interessante notare come questi tre casi (2016, 2024 e 2025) siano diversi. Solo Sainz ha effettivamente restituito la posizione. Rosberg non lo fece, in un’epoca in cui le linee guida di guida non erano così definite, potendo sostenere di essere stato spinto fuori. Leclerc, domenica, ha mantenuto la posizione su Hamilton, ma a differenza degli altri due, sembrava avere chiaramente lo spazio necessario per rimanere sul tracciato.
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