Restano i timori legati alle conseguenze della crisi bancaria dopo il salvataggio del Credit Suisse. La moneta unica sale sopra 1,08 dollari. Wall Street in rialzo
Chiusura in ordine sparso per Borse europee al termine di una seduta cauta segnata dall’attesa per la Federal Reserve che, come previsto, in serata ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base. Le vendite, emerse nel corso della giornata sui bancari (in calo a Zurigo Credit Suisse e Ubs) e su molti titoli finanziari, hanno frenato soprattutto Milano (-0,12% il Ftse Mib) e Madrid (finita in rosso dello 0,4%), quando sono rimaste sopra la parità Parigi (+0,26% il Cac40) e Francoforte (+0,14% il Dax40) con Amsterdam maglia rosa (+0,76% l’Aex). Nel mentre, gli indici a Wall Street, che prima dell’annuncio della Federal Reserve si muovevano oscillando sulla parità, hanno accelerato al rialzo. La banca centrale Usa ha rassicurato sul sistema bancario del paese, definendolo «solido e resiliente», pur aggiungendo che «i recenti sviluppi porteranno probabilmente a condizioni creditizie più dure per famiglie e imprese e peseranno sulle attività economiche, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’estensione di questi effetti è incerta e rimaniamo attenti ai rischi inflativi».
Tassi Usa al 4,75%-5%, massimo dal 2007
Il Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti, ha annunciato un aumento dei tassi d’interesse di 25 punti base al 4,75%-5%, il livello più alto dal 2007. L’aumento è in linea con le attese degli analisti. Si tratta del nono rialzo dei tassi consecutivo. Il primo febbraio, la Fed aveva deciso, all’unanimità, di alzare i tassi di 25 punti base. A dicembre, la Fed aveva alzato i tassi di 50 punti base; nelle quattro riunioni precedenti, tra giugno e novembre, li aveva sempre alzati di 75 punti base. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25% nel marzo del 2020, per contrastare gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense, e poi progressivamente alzati dallo scorso anno per contrastare l’inflazione. Inflazione che secondo il presidente della Fed, Jerome Powell, è ancora troppo alta. «L’inflazione resta troppo alta, il nostro obiettivo resta il 2%>, ha affermato Powell in conferenza stampa. «Il processo per far scendere l’inflazione sarà lungo e probabilmente difficoltoso», ha ribadito, sottolineando che i dati su «inflazione e mercato del lavoro sono stati più forti del previsto». e che la Fed continuerà a prendere le sue decisioni «di riunione in riunione, in base ai dati».
Powell: intervenuti su banche per evitare minacce a sistema
«Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente». Lo ha detto più volte, durante la sua conferenza stampa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Conferenza iniziata proprio parlando di quanto successo negli ultimi giorni nel sistema bancario, con le chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank e il programma di salvataggio messo in piedi dalla Fed. «I problemi isolati di alcune banche possono minare la fiducia e diventare una minaccia per il sistema, senza un intervento. Per questo siamo intervenuti», ha detto Powell. Il presidente della Fed ha più volte detto, poi, che «i risparmi degli americani sono al sicuro».
Fed, invariate stime su picco tassi al 5,1% nel 2023
Riviste dai banchieri della Federal Reserve anche alcune previsioni sull’economia Usa. Mentre la stima sui tassi di interesse, che raggiungeranno il picco nel 2023 al 5,1% (valore mediano), in linea con quanto previsto a dicembre, per il Pil Usa è attesa una crescita dello 0,4% nel 2023, contro il +0,5% della precedente previsione. Riguardo il mercato del lavoro, la disoccupazione è prevista al 4,5% nel 2023, in leggero calo dal 4,6% della precedente previsione. Tornando ai tassi, per i prossimi due anni, previsti un valore mediano rispettivamente al 4,3% e al 3,1%; dopo la riunione di dicembre, il valore mediano era al 4,1% per il 2024 e al 3,1% per il 2025.
Per Lagarde, obiettivo primario è abbattere inflazione
Intanto, Christine Lagarde, presidente della Bce, si è detta inflessibile nel perseguire l’obiettivo di abbassare l’inflazione: «Conseguiremo la stabilità dei prezzi e non transigiamo sull’impegno a riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. A tal fine seguiremo una strategia solida, che si fonda sui dati e ci vede pronti ad agire, ma senza compromessi riguardo al nostro obiettivo primario». Fabio Panetta, membro dell’executive board della Bce, ha aggiunto che la politica monetaria deve rimanere «adattabile ai mutevoli sviluppi» e gli interventi restrittivi «devono essere calibrati con prudenza perché stanno già avendo un forte impatto sulle condizioni di finanziamento e vogliamo evitare una volatilità finanziaria indesiderata». In questo quadro, i settori che sono andati meglio in Europa sono stati quelli delle vendite al dettaglio e degli alimentari, quando a Piazza Affari, le vendite si sono concentrate sul risparmio gestito, banche e parte del comparto utility.
Balzo di Iveco Group, vendite sulle banche
In fondo al segmento principale di Piazza Affari hanno chiuso Banco Bpm (-2,66%), Azimut (-2,59%) e A2A (-2,05%). Segno opposto per Iveco Group (+3,98%). Seduta positiva anche per Amplifon (+1,45%) e per Leonardo (+1,71%), dopo che ieri ha annunciato ordini per circa 40 elicotteri, di cui 25 per il settore oil & gas, e un valore complessivo di 470 milioni di euro. Per il gruppo ex Finmeccanica positivo anche il feedback dall’incontro del management con gli analisti londinesi. Tra i finanziari, in controtendenza Nexi (+1,36%) e Fineco (+0,82%), grazie al giudizio positivo degli analisti di Equita, secondo i quali la società «ha un bilancio solido, semplice e altamente liquido, con una posizione di capitale molto solida e prestiti di alta qualità, offerti esclusivamente ad una base clientela ben nota». In rialzo anche Campari (+1,24%) e St (+1,05%). Seduta di vendite, invece, per Banca Mediolanum (-1,87%), Banca Generali (-1,71%) e Intermpump (-1,47%). Per quanto riguarda il comparto bancario, Bper ha perso l’1,43%, Unicredit -1,26%, Mps -0,74%, Mediobanca -0,65% e Intesa Sanpaolo -0,51 per cento.